Corsa a Levante
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Il titolo di questo intenso romanzo storico, ambientato nel XV secolo, racchiude un gioco di parole: da un lato si indica la corsa intesa come attività corsara verso i navigli levantini esercitata dall’ordine dei cavalieri di S. Giovanni; dall’altro, si riferisce alla corsa disperata del protagonista, il masnadiere Filippo Corsi, volta all’inseguimento dei pirati moreschi rapitori di Elena, sua moglie.
Corsa a Levante è un mosaico variegato in cui s’incontrano avventura, romanticismo, amicizia e storia.
Uno dei perni è la difficile convivenza tra popoli di diversa cultura e religione, un tema che, nonostante i secoli che ci separano dalle vicende narrate, appare ancor più attuale alla luce della contemporanea contrapposizione ideologica (e non solo) tra oriente ed occidente. Così come allora, quando gli interessi politici, religiosi e economici andavano a braccetto a discapito di popoli liberi e desiderosi di una pace sacrosanta ed universale.
« Non fui io a portarvi la libertà, ma la trovai qui, in mezzo a voi! »
Frase attribuita all’eroe albanese
Giorgio Castriota Scanderbeg
vincenzo cortese
ha scritto:
![]() Voto:
inserito: 05.09.2013 11:11
Questo è il link per visionare il Book Trailer del romanzo: https://www.youtube.com/watch?v=T9WkcKR-Cdg
chiara taormina
ha scritto:
![]() Voto:
inserito: 05.09.2013 11:09
La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell'antichità. Marco Tullio Cicerone, De oratore, 55 a.e.c.
Marco Tullio Cicerone affermava nel suo De oratore che la storia è vita della memoria e maestra di vita. Cosa potrebbe mai essere un popolo senza le testimonianze dei tempi trascorsi?La conoscenza del passato è un orizzonte sospeso sul futuro di chi guarda indietro, per non dimenticare i fatti della evoluzione, del cammino lento che ha reso il nostro popolo artefice di arte e bellezza. Obliate le tracce che la storia ha lasciato sul destino di noi tutti, il patrimonio comune, ahimè, spesso diventa ricchezza per pochi eletti. Scriverne nel presente è molto complesso e coloro che decidono, con coraggio, di cimentarsi nella rievocazione dei secoli scorsi, sono in tanti ma in pochi riescono a ricostruire i fatti con meticolosità e precisione, al punto da rendere il lettore uno spettatore attraverso la corsa del tempo. E' questo il caso di Vincenzo Cortese, abile tessitore di emozioni, nel suo brillante romanzo storico Corsa a Levante in cui vengono narrate le vicende turbolente di Filippo Corsi, alle prese con l'espansione del regno della Mezzaluna( anno 1450). Il lessico, da archeologo del passato, rende vive le scene, ogni dettaglio accompagna il lettore in una narrazione dal ritmo serrato e avvincente. I personaggi, tutti, sembrano opera ammirabile di un pittore fiammingo, capace di estrapolare da ogni singolo particolare persino l'anima della vile materia, per offrirla agli spettatori increduli innanzi a tanto realismo. Sapiente intreccio tra storia e immaginazione, il romanzo ha un punto cardine: la difficile convivenza tra popoli di diversa cultura. Un tema spinoso che da sempre ha scosso le coscienze dei popoli, divisi tra oriente e occidente. Un argomento, quindi, che necessita di molta attenzione qui trattato, però, dall'autore con molta oculatezza, mettendo in risalto la possibilità di far emergere sentimenti positivi quali l'amicizia , la fiducia e la stima persino tra schieramenti opposti. In questo libro Vincenzo ha offerto le sue abilità di storico attento e scrittore appassionato, raggiungendo un equilibrio perfetto. Palermo 04/09/2013 Chiara Taormina
chiara taormina
ha scritto:
![]() Voto:
inserito: 05.09.2013 10:52
La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell'antichità. Marco Tullio Cicerone, De oratore, 55 a.e.c. Marco Tullio Cicerone affermava nel suo De oratore che la storia è vita della memoria e maestra di vita. Cosa potrebbe mai essere un popolo senza le testimonianze dei tempi trascorsi?La conoscenza del passato è un orizzonte sospeso sul futuro di chi guarda indietro, per non dimenticare i fatti della evoluzione, del cammino lento che ha reso il nostro popolo artefice di arte e bellezza. Obliate le tracce che la storia ha lasciato sul destino di noi tutti, il patrimonio comune, ahimè, spesso diventa ricchezza per pochi eletti. Scriverne nel presente è molto complesso e coloro che decidono, con coraggio, di cimentarsi nella rievocazione dei secoli scorsi, in pochi riescono a ricostruire i fatti con meticolosità e precisione, al punto da rendere il lettore uno spettatore attraverso la corsa del tempo. E' questo il caso di Vincenzo Cortese, abile tessitore di emozioni, nel suo brillante romanzo storico Corsa a Levante in cui vengono narrate le vicende turbolente di Filippo Corsi, alle prese con l'espansione del regno della Mezzaluna( anno 1450). Il lessico, da archeologo del passato, rende vive le scene, ogni dettaglio accompagna il lettore in una narrazione dal ritmo serrato e avvincente. I personaggi, tutti, sembrano opera ammirabile di un pittore fiammingo, capace di estrapolare da ogni singolo particolare persino l'anima della vile materia, per offrirla agli spettatori increduli innanzi a tanto realismo. Sapiente intreccio tra storia e immaginazione, il romanzo ha un punto cardine: la difficile convivenza tra popoli di diversa cultura. Un tema spinoso che da sempre ha scosso le coscienze dei popoli, divisi tra oriente e occidente. Un argomento, quindi, che necessita di molta attenzione qui trattato, però, dall'autore con molta oculatezza, mettendo in risalto la possibilità di far emergere sentimenti positivi quali l'amicizia , la fiducia e la stima persino tra schieramenti opposti. In questo libro Vincenzo ha offerto le sue abilità di storico attento e scrittore appassionato, raggiungendo un equilibrio perfetto. Palermo 04/09/2013 Chiara Taormina
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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