La bambina, l'estate e l'essere

Una lunga estate e un'amicizia speciale nata in un piccolo paese dell'Abruzzo, in un'Italia della metà del 1900, sono viste e raccontate con gli occhi di una solare e spensierata bambina, ospite nella grande villa dei nonni. La storia si dipana attraverso spaccati di vita quotidiana di una tipica famiglia ricca e nobile, alle prese con il difficile periodo del dopo guerra, nel ripetersi di antichi mestieri e nel portare avanti le tradizioni. La protagonista, sin dalle prime pagine, apre al lettore la sua intimità, svelando la sua sensibilità, la sua profondità e una precoce maturità, oltre a descrivere con stupore disarmante alcune sue particolari esperienze che la fanno sentire una bambina diversa, forse stranamente malata, a tratti chiusa e isolata dal resto del mondo. Ma un'amicizia inaspettata con un ragazzo, affondando le sue radici in una reciproca comprensione e incredibile affinità di pensiero, la condurrà a una nuova consapevolezza di sé.
L'intento dell'autrice è di tracciare un'inedita strada per affrontare con tenacia i propri fantasmi e costruirsi un'esistenza migliore.
Perché soffrire meno si può.

Quel giorno, dopo una lunga passeggiata, arrivammo in un grande prato da cui si vedevano tutte le montagne illuminate dal sole. Un paesaggio bellissimo, che incantava: improvvisamente diventai quello che stavo ammirando, non più due cose separate, io e le montagne, ma una cosa sola, unica, fusa; senza pensiero, né tempo, né spazio nei quali esistere: un fluire continuo dell'immobilità, piena di silenzio e di pace.