Di polvere e di asfalto
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Tre amici vivono e lavorano a New York: si frequentano, discutono, s’innamorano, si divertono.
Ma l’ombra dell’attentato dell’11 settembre incombe sulle loro vite e le cambia per sempre, li porta a scegliere percorsi diversi, allontanandoli, alla ricerca di se stessi e di uno scopo.
Un giovane turista europeo e un ragazzo indiano, in sella ad una vecchia motocicletta sulle strade polverose dell’India, si muovono alla ricerca di una misteriosa ragazza dalla leggendaria bellezza di cui conoscono solo il nome: Lavina.
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Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.
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Devo fare una premessa: la mia valutazione è profondamente di parte in quanto Nicola Mazzi è un mio caro amico. Tuttavia, gli devo onestà e quindi non gli farò sconti :-D Detto questo il libro è bello. Davvero! E vi spiego il perché. Se a uno di noi, europei, dici "America", pensa subito a un mondo superficiale, fatto di immagini e luoghi comuni, se poi dici New York, la variante rispetto alla visione classica della California in bikini e roller, di solito è data da qualche inseguimento assurdo di un poliziotto, magari razzista, che vuole acchiappare con ogni mezzo un delinquente aggressivo. Se invece dici "India"... beh, di botto uno si ritrova a navigare in luoghi mistici alla ricerca della spiritualità perduta. All'interno del libro "Di polvere e di asfalto", invece è tutta un'altra storia. Anzi, è d'uopo parlare di storie, al plurale. Perché anche la forma è originale, dal momento che il libro ne contiene due ben distinte, che appena si sfiorano, senza nemmeno quasi farci caso. L'America sarà un'America vista passeggiando fra le strade, calpestando asfalto e parlando con il fruttivendolo; sarà l'insieme dei problemi di un gruppo di persone alle prese con la vita che prosegue dopo il crollo delle torri; sarà il sunto delle sconfitte e delle vittorie della quotidianità che mette a confronto amicizie e valori profondi; sarà l'insieme di fotogrammi che trascinano il lettore nei pensieri dei personaggi. Mentre l'India, sarà un viaggio, sì, ma non alla ricerca della propria anima spirituale, bensì alla ricerca di una donna in carne e ossa; sarà la scoperta di un mondo segnato dalla povertà, sì, ma anche dalla violenza; sarà una marcia difficoltosa su percorsi zeppi di polvere; sarà una prova da affrontare per superare la paura dell'ignoto; sarà un invito a non voltare lo sguardo, a non limitarsi alla sorridente India turistica o a una sorta di povertà dignitosa. Le destinazioni di questo romanzo sono certamente differenti a prima vista, ma al di là dello stile di scrittura che aiuta gli autori a separarle ancora di più, è certo che un punto in comune, foss'anche solo uno, c'è ed è molto forte, addirittura onnipresente: è lo sguardo dei protagonisti, è lo sguardo del lettore, è lo sguardo dell'umanità... che non ha veri confini.