La Deposizione maledetta
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Nel romanzo storico “La Deposizione maledetta”, realtà e fantasia si intrecciano. La vicenda ha inizio con il ritrovamento casuale, in Francia, a Saint Germain en Laye, di una scultura in marmo: è il 1994. L'opera viene donata a Jacques Thomas, parroco della cittadina, che per farla valutare chiama un esperto d’arte. A questo punto l’autore catapulta la storia indietro nel tempo, tornando al Medioevo ed entrando nel vivo del romanzo. Siamo a Parma nel 1176, il vescovo Bernardo decide di far realizzare, dal miglior artigiano del periodo, una grande opera da collocare nel Duomo, che possa lasciare un segno del suo passaggio nella storia. Per questo motivo chiede aiuto a un monaco benedettino molto stimato, il quale gli consiglia di avvalersi dei servizi di Benedetto Antelami, un artista riparatosi a Genova. Arrivato a Parma, Benedetto inizia il suo lavoro con l’obiettivo di collocare la scultura sulla fronte dell'ambone del Duomo, come da accordi con il vescovo. Bernardo cambia idea e decide di regalare all'imperatore Federico Barbarossa l’opera di Benedetto, quest’ultimo si oppone. Il vescovo di Parma corre ai ripari e ordina a Nannino, migliore aiutante di Benedetto, di realizzare una copia della Deposizione di Cristo, che risulterà essere ancora più bella dell’originale. L’opera sarà destinata a peregrinare per secoli: tutta colpa dell’invidioso Benedetto, che ha ordito un piano diabolico per sabotare il viaggio della scultura di Nannino verso l’Impero. Da allora, su quel marmo destinato al Barbarossa, si poserà una maledizione. Tutti coloro che ne entreranno in contatto cadranno in disgrazia. |
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